la rigattiera nera

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15

Apr

I Raccontini della Giannina: la Lena

scritto dalla rigattiera nera  pubblicato in 1878, pagine rosee, Pasquale Fornari, pillole di saggezza, sussidiario

La Lena èra figlia di buòna gente, che le volévano tanto béne (mal inteso) che l’allevàrono molto male. Sì, avèndo essi quell’ùnica figliuòla, ne contentàrono tutti i capricci.
Che avvenne? Quel che dice il provèrbio: Bambina contentata, donna viziata. La Lena crebbe pièna di vizietti, sciamannata, senz’amore dell’órdine  e senza vòglia punto di lavorare.
L’órdine è una còsa che non è mai raccomandata abbastanza ad una ragazza. Una dònna che ha lo  spirito dell’órdine, si può dire che è una dònna ammòdo, perché l’órdine mantiène la casa.
Ma la Lena non ne aveva punto. Diventata moglie di un impiegatèllo, in pòchi anni andò a cenci lèi, il marito e i figli. Èra veramente la dònna sciatta. Il suo fòrte èra mangiare, dormire e stàrsene là in panciòlle.
Un dì viene a casa il marito per l’ora dell’asciòlvere. – “Lena, dice, che c’è da colazione?” – “Guarda nella casseruòla, risponde lèi; ci dèv’èssere un pò’ di pasticcio avanzato ièri a desinare”. – Il marito, siccome avvezzo a questo fare, senz’altro va alla casseruòla, ne lèva il pasticcio e si mette a mangiare, imboccando insième i suòi bambini.
Mezz’ora dopo, tanto lui quanto i bambini sono presi da fortìssimi dolori di vèntre. Che è? che non è? si manda pel mèdico. Per maggior disgràzia (si èra in un paesèllo) il mèdico non c’è, è di fuori lontano. Che si fa? che si dice? Chi suggerisce uòva sbattute in molta acqua; chi farina pura sciòlta nell’acqua; chi latte e chi altro. Tutti buòni rimèdi. Ma in quella casa non c’era nulla. Si va per le uòva.
Il tèmpo intanto passa. Il rimèdio pei due bambini è tròppo tardi e dèvono morire. Il marito  solo può rigettare e si libera.
Che fu? La sciatteria della Lena èra tale che lasciò coprire la casseruòla di verderame! Il rèsto viène da sé.

* * *

Bimbe! Vi sìa di perpetuo mònito la trista stora della Lena, insieme a gli altri Raccontini de La buòna Giannina –  educata ed istruita. L’ottimo Libro di lettura e di lingua coll’accentatura toscàna per le scuòle femminili dello St.mo Prof. Pasquale Fornari sempre v’accompagni, ora e ne gl’anni a venire!

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etichette: Giannina, la Lena, morti, raccontini, storielle edificanti, verderame

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15

Set

I Raccontini della Giannina: due disgrazie in vapore.

scritto dalla rigattiera nera  pubblicato in 1887, pagine rosee, Pasquale Fornari, piccoli eroi, sussidiario

Una fanciulla viaggiava per vapore colla sua mamma. A una stazione lo sportèllo si apre per lasciar discendere chi doveva. La fanciulla stava seduta pròprio nell’àngolo, prèsso là dove è ingangherata l’impòsta dello sportèllo. Ella badava a guardar fuòri, e la madre pure. A un tratto l’impòsta si chiude e col tonfo d’essa òdonsi, quasi a un punto, duo strida acutìssime, e si vede nello stesso tèmpo la ragazza tombolare in tèrra. Sùbito lo sportèllo fu riapèrto… Oh Dio! che orribile vista! Tre dita della fanciulla èrano là schiacciate fra il battènte dell’impòsta! Il sàngue èra schizzato fino in viso alla mamma che sedeva di faccia alla pòvera fanciulla…

A un’altra madre capitò pèggio. Era una di quelle madri che si guardano dal corrèggere come va i figliuòli per non dar loro disgusto; e perciò questi créscon disubbidiènti, caparbi e insolènti.
Ahj! imparò a caro prèzzo e tròppo tardi la poverina che chi rispàrmia i castighi, òdia il suo figliuòlo, come dice la Scrittura. Ella èra in viaggio con un suo figliuòlo sui dièci anni e avèvagli detto più d’una vòlta di non affacciarsi allo sportèllo, ma fiaccamente, sì che le fùron paròle. Il fanciullo èra sèmpre là, quando spalancarsi all’improvviso I’imposta (che per dimenticanza non èra stata chiusa col saliscendi), precipitarsi fuòri il fanciullo e scomparire fu un punto. La madre manda un grido, s’alza per corrergli diètro; ma è trattenuta in buòn punto per le vèsti. Discende alla più vicina stazione, e pòco pòi le è portato innanzi – un cadaverino sformato!
La non si asciugò più le lagrime la infelice; si pentì mille vòlte di èssere stata tròppo indulgènte; ma tròppo tardi, tròppo tardi!

* * *

Mamme, bimbe, vi sìan di perpetuo mònito i Raccontini de La buòna Giannina –  educata ed istruita, l’ottimo Libro di lettura e di lingua coll’accentatura toscàna per le scuòle femminili dello st.mo Prof. Pasquale Fornari.

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26

Feb

Parole stranière colle corrispondènti schiette italiane.*

scritto dalla rigattiera nera  pubblicato in 1887, 1985, pagine rosee, Pasquale Fornari, piccoli eroi, sussidiario, vestirsi bene

Tra le dònne cèrte còse chiàmansi con paròle non paesane, le quali non istanno bène in bocca di fanciulla educata ed istruita.
Eccone una filza con la corrispondènte schietta a fianco:

Bròsce, fermaglio.
Coaffur, acconciatura, pettinatura.
Pegnoàr, accappatojo.
Toalètta, pettinièra, spècchio,  abbigliamento.
Budoàr, salottino, abbigliatojo.
Scignòn, mazzòcchio.
Brelòc, medaglioncìno.
Coliè, vezzo.
Parur, finimento.
Attasc‘, legature.
Croscè, uncinetto.
Frivolitè, chiacchierino.
Dantèlle, merletti, trina.
Bòrdo, orlo.
Carrè, sprone.
Négligé, abito di mattino, abito da càmera, gonnellino da casa.
Plissé, piegolinato, pieghettato.
Paniè, gonnellino.
Canavaccio, filondènte.
Ghipùr, trina alla veneziana.
Voltèr, capezzièra.
Brochèn, stivaletti.
Giarrettiéra, laccetto elàstico.
Gilè, panciotto, sottovèsta.
Scifonà, allucignolato, aggrinzato, piegazzato, sgualcito.
Fisciù, collarina a punta, pezzuòla, da còllo.
Nesessèr, astuccio, custòdia, cassettina.
Blò, turchino.
Abagiùr, cappelletto, vèntola.
Buché, mazzetto, mazzolino.
Commilfò, perbène, ammòdo.
Sanfasson, alla buòna, senza complimenti, alla sémplice.
Blusa, camiciotto.

* * *

Bimbe dabbène e poliglotte con il vocabolarietto della moda de La buòna Giannina –  educata ed istruita, l’ottimo Libro di lettura e di lingua coll’accentatura toscàna per le scuòle femminili dello st.mo Prof. Pasquale Fornari.

* La paròla straniera si scrive come si pronùnzia, per riguardo alle pìccole leggitrici.

etichette: Giannina, vestiario, vocabolarietto

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7

Gen

I Raccontini della Giannina:
non méttere gli spilli in bocca.

scritto dalla rigattiera nera  pubblicato in 1887, pagine rosee, Pasquale Fornari, piccoli eroi, saper vivere, sussidiario

La Gilda èra un’amica della Giannina, ma aveva qualche annetto in più.  Era bravina assai a vestire le bàmbole. Le vestiva pròprio di mòda, come fosse una sarta finita. Perciò la Giannina e altre ragazze si facevano ajutare da lèi ad agghindare le bambole loro. La Gilda volentièri vi si prestava: èra tanto gentile; e non è a dire se la aveva lavoro.
Peccato che la si avesse un cattivo vezzo: spilli e aghi se li metteva sempre fra le labbra. Or sentite orribile còsa che le avvenne.
Un dì la stava lavorando attènta attènta. Come al sòlito, teneva in bocca due aghi e uno spillo. Uno zio di lèi aveva un bèl cagnone che soleva sèmpre giocare con la ragazza. In quel dì e in quell’ora il cane entra improvviso in casa, e difilato va là dov’è la Gilda. Questa non se n’accorge; e il cane le salta al còllo. Ella si spavènta, manda un grido…
Ahj! i due aghi le scìvolano giù per la gola!
Accorre la madre, accorre il padre, accorre il mèdico. Si tènta questo, si tènta quello: è tutto invano. Alcuni giorni dopo, tra i più atroci spasimi la pòvera Gilda dovètte pròprio morire.
La Giannina ne accompagnò il fèretro al cimitèro, piangèndo; ma si ricordò sèmpre il tristo esémpio.

* * *

Mamme, bimbe, vi sìan di perpetuo monito i Raccontini de La buòna Giannina –  educata ed istruita, l’ottimo Libro di lettura e di lingua coll’accentatura toscàna per le scuòle femminili dello st.mo Prof. Pasquale Fornari.

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4

Dic

La Giannina non ha paura dell’acqua:
in tutta la sua personcina ella è linda

scritto dalla rigattiera nera  pubblicato in 1887, igiene personale, pagine rosee, Pasquale Fornari, piccoli eroi, sussidiario

Dette le divozioni, la Giannina si alza sùbito. La non si sta a crogiolarsi in lètto al calduccino. Ma la fa lèsta e salta giù; ché non è pigra né lènta.
La Giannina si vèste e poi si lava. Ella non ha paura dell’acqua. Si lava con acqua fredda, ché sa che sta bène e fa mèglio. Si lava bèn bène le mani, la faccia, il còllo e le orécchie. Ella perciò non ha la cispa agli òcchi, non ha il cerume negli orecchi, non ha la ròccia sulle mani o sul collo, né ha altro sudiciume in nessuna parte.
Dopo lavata, la si mette sulle spalle l’accappatojo, si pèttina o piuttosto si fa pettinare. La non istrilla o impazientisce, se, nello scatricchiarle i capelli, gliene è tirato qualcuno. Sta ferma colla sua testina. In fine dice grazie a chi l’ha pettinata.
La buòna Giannina è sèmpre così assettatina che è un piacere vederla. I suòi capelli sono bèn ravviati, la sua vestina pulita: in tutta la sua personcina ella è linda.
Chi la vede e non la conosce, dice: “Che bèlla bambina!”. Eppure, la non è po’ poi molto bèlla; ce n’ha delle più bèlle di lèi, ma non fanno così figura, perché o le sono sudice o sciatte, ossa trasandate nel vestito e negli atti.

* * *

Bimbe sane e pulite con i consigli de La buòna Giannina –  educata ed istruita, l’ottimo Libro di lettura e di lingua coll’accentatura toscàna per le scuòle femminili dello st.mo Prof. Pasquale Fornari.

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26

Nov

La Giannina dice le divozioni, ossia la preghièra

scritto dalla rigattiera nera  pubblicato in 1887, pagine rosee, Pasquale Fornari, piccoli eroi, sussidiario

O mio buon Padre che sèi nel Cièlo
Che doni al cane tèpido pelo,
Che vèsti mórbide piume agli uccèlli,
Provvedi d’armi gl’insétti imbèlli
Dell’ali d’oro la farfalletta,
La lenta chiocciola della casetta:
Tu che sì bèlle di gaj colori
Vèsti olezzanti facesti ai fiori,
Che ugual rugiada sul fiorellino
Spruzzi del prato che del giardino:
Me nuda e débole, è ver, facesti,
Ma babbo e mamma m’ebbi da Te:
Mi desti il babbo che pane e vesti
Colla fatica provvede a me;
E mi donasti la mamma mia
Che mi difènde, mi véglia ognor.
Ora tu dònami un’alma pia
Grata alla mamma e al genitor.

* * *

La Giannina è molto mattinièra. Si inginòcchia sul lettino e dice le divozioni.
Vi sia d’esempio la Giannina, o fanciulline, e ricordate che Dio è buòno, molto buòno.
EGLI ascolta la preghièra delle bambine.
EGLI ama e benedice queste sàvie letture tratte da La buòna Giannina –  educata ed istruita, l’ottimo Libro di lettura e di lingua coll’accentatura toscàna per le scuòle femminili dello st.mo Prof. Pasquale Fornari.

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24

Nov

Chi è la Giannina?

scritto dalla rigattiera nera  pubblicato in 1887, pagine rosee, Pasquale Fornari, piccoli eroi, sussidiario

La Giannina è una bambinetta tra i sètte e gli òtto anni, come voi, o fanciulline. Ella è carina tanto tanto.
Perciò tutti le vògliono un gran bène e la chiàmano la buòna Giannina. Ma la è buòna davvero, e a sètt’anni è già un sennino. La sua òttima mamma le va insegnando sèmpre le còse ammòdo; e la fanciulla le impara, le tiène a mente e pòi le fa sèmpre. Cèrto cèrto, dicono tutti la Giannina si farà una brava donnetta.
Se voi, o bambine, cercherete di imitarla, anche voi diventerete come lèi: sarete la giòja di mamma e babbo, e tutti vi vorranno bène e crescerete buòne e sàvie.
Ora sentite quello che faceva la buòna Giannina. Se anche voi fate lo stesso, continuate da brave. Se non fate o fate divèrso, cercate di assomigliare alla Giannina.
Leggete, e allegre, buòne bimbette.

* * *

Inizia qui la sèrie di sàvie letture tratte da La buòna Giannina –  educata ed istruita, l’ottimo Libro di lettura e di lingua coll’accentatura toscàna per le scuòle femminili dello st.mo Prof. Pasquale Fornari.
La Giannina vi sia di fulgido esèmpio, o fanciulline, per la vostra condòtta e la vostra vita.

etichette: Giannina

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