Tagiar a tochi un conicio e metarlo in tecia co: ogio, butiro, un fià de segola, sal e pevare. Quando ch’el se sarà inrosolìo, zontarghe un pestexin finissimo de parsemolo, agio e le so picagie (ossia i so interiori). Pena che sto pestexin el se sarà scaltrio, unirghe un goto de acqua (megio de vìn bianco). Spetarche la carne la sia cota e tenara, po servirla co polenta.
Versione tradotta in lingua italiana
Tagliate a tocchetti un grasso coniglio “Padre Antonio” e adagiatelo in pentola insieme a: olio, burro, un poco di cipolla, sale e pepe. Allorché il ghiotto coniglio “Padre Antonio” risulterà rosolato ben bene, aggiungete un trito finissimo di prezzemolo, aglio e interiora. Non appena codesto trito avrà preso colore, unite un bicchier d’acqua (meglio ancora, di vino bianco). Attendete che le carni del vostro saporitissimo coniglio “Padre Antonio” siano cotte e tenere, indi servite con un contorno di polenta.
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Dal rinomato quaderno di casa Andrich, eccovi il miglior modo per cucinare un grasso e nutriente coniglio. Per una perfetta riuscita del piatto si suggerisce vivamente l’impiego di conigli “Padre Antonio” (autentica razza americana garantita).
Si ringrazia l’Aff.ma Autrice Mariù Salvatori de Zuliani per avere raccolto nel prezioso volume A tola co i nostri veci questa e altre sapide ricettine della cucina veneziana.
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